Come e quando ti sei appassionato alla cucina?
Sin da bambino mi sono appassionato alla cucina osservando mia madre e le mie nonne. Ho sempre apprezzato la cucina tradizionale irpina, ma anche il mondo della macelleria ha avuto una grande importanza nella mia formazione grazie a mio nonno, “macellaio” di professione. Grazie a lui ho maturato una buona conoscenza e un grande rispetto della carne come materia prima.
Ci racconti le tue esperienze dopo il Diploma ALMA?
Dopo aver frequentato studi scientifici e tre anni di università in “Ingegneria Edile”, ho deciso finalmente di fare della cucina la mia professione. Ho deciso di farlo frequentando ALMA, “una delle migliori scuole di cucina al mondo”. Grazie al Maestro Gualtiero Marchesi all’epoca rettore della scuola, frequentando il Corso Superiore di Cucina Italiana, ho appreso le basi fondamentali per diventare ciò che sono adesso.
La formazione e poi tanta gavetta.
Sono diventato un professionista del settore maturando tanta esperienza nel mondo della ristorazione. Dopo il Diploma, ho lavorato prima all’Orso Grigio a Ronzone in Trentino, successivamente avvicinandomi verso casa in Marennà, Feudi di San Gregorio, dove ho avuto la fortuna di conoscere lo Chef Paolo Barrale, capace di insegnarmi moltissimo sia a livello professionale che personale.
Poi sei approdato in Svizzera. Perché questa scelta?
Nel agosto 2017 ho deciso di partire per la Svizzera dove mia madre è nata e cresciuta. Qui ho cominciato a lavorare in diversi ristoranti fino ad arrivare all’Osteria TRE a Bubendorf, dove ho conosciuto lo Chef Flavio Fermi. Con lui ho cominciato come capo partita fino ad arrivare a diventare Chef dopo quattro anni, dopo che lo Chef Fermi lasciò il ristorante per aprire la sua insegna.
Quali sono le differenze tra l’esperienza gastronomica italiana e svizzera?
Per la mia esperienza lavorativa in ristoranti stellati, non ho notato grande differenza tra cucina svizzera e italiana. A questi livelli, alla basa c’è sempre disciplina, ordine e pulizia.
Un anno e mezzo dopo arriva la stella nella Guida Michelin Switzerland 2022. Quali sensazioni hai vissuto?
Causa pandemia non sono stati due anni facili, poi a causa della guerra scoppiata tra Russia e Ucraina che abbiamo e stiamo soffrendo l’aumento di costo delle energie in generale. Ma sono felice di essere uscito da questo periodo difficile con ancora più consapevolezze. Tutti i grandi sacrifici per raggiungere la stella Michelin e i 14 punti Gault Millau, sono stati ripagati e questo anche grazie alla collaborazione di tutto il mio splendido staff.
Come definiresti la tua cucina?
La mia cucina è semplice. Si basa su pochi ingredienti nello stesso piatto, tutti lavorati ovviamente con diverse tecniche per creare consistenze diverse ma sapori essenzialmente simili; mi è sempre piaciuto giocare con la cucina tradizionale italiana reinterpretandola a modo mio, sempre con gran rispetto per le basi classiche.
Prossimi obiettivi di Vittorio Conte?
Quest’anno penso di aver coronato il mio primo sogno, il raggiungimento della stella Michelin. Ora il mio prossimo obiettivo è quello di cercare di aprire nel minor tempo possibile una mia realtà ristorativa.