Sono felice, sai? Sono davvero felice di essere qui.
Siamo alla terza settimana, i giorni passano, sempre più in fretta. Mi pongo tante domande… mi chiedo se questa sia davvero vita, se stare quattordici ore in cucina abbia davvero senso, mi chiedo perché ogni puntino in una cucina diventa un problema insormontabile… poi arrivano quelle giornate in cui un piccolo gesto, un piccolo accenno ti fanno capire che tutto ha un senso. Sentire lo chef che mi chiede di fargli una brunoise o di controllargli un sugo per quanto possano sembrare banalità ti rendono viva, sai che quella determinata persona sta facendo riferimento su di te per un determinato compito e che tu, cadesse il mondo, gli devi portare un risultato più che ottimo, concreto. È la fiducia che ci salva, quel briciolo di fiducia che ci dà l’energia e la carica per fare ogni giorno di più. Questa sera che non c’era il pienone come al solito mi sono permessa di sbirciare, di rubare tutto ciò che potevo ed è stato emozionante. Ho scoperto il risotto più buono che abbia assaggiato fino ad ora e facendo una domanda qua e là durante il servizio mi sono ricostruita la ricetta. Ho scoperto che si può chiedere, che le persone sono umane e che amano parlare a chi sa ascoltare. Pazzesco, sembra la cosa più banale del mondo ma non lo è. Gianfranco Pascucci è incredibile, oggi l’osservavo mentre parlava tra sé e sé, vorrei chiedergli mille e mille cose, vorrei egoisticamente essere in una stanza sola con lui per assimilare tutta la sua sapienza. Sono felice sai? Sono davvero felice di essere qui.