Nel panorama enologico internazionale, il ‘World’s Best Sommeliers’ Selection 2025′ rappresenta un appuntamento imperdibile.
Il Panel di degustazione riunisce rinomati esperti internazionali, accuratamente selezionati attraverso l’ampia rete della celebre classifica ‘World’s 50 Best Restaurants’.
Tra i protagonisti, anche Veronica Guiducci, scelta per il suo talento e per il contributo straordinario all’eccellenza enogastronomica. Un’opportunità unica per rappresentare l’Italia e confrontarsi con i migliori sommelier al mondo in un evento che celebra la cultura del vino ai massimi livelli.
Come ti sei avvicinata al mondo della sommellerie?
Sono entrata nel mondo della sommellerie all’età di vent’anni quando ho iniziato il mio percorso con AIS, anche se il mio amore per il mondo agricolo e di conseguenza vitivinicolo è sempre stato presente in me, sin da quando ero una bambina.
Ho sempre amato stare in campagna a contatto con le piante e la natura, la sommellerie ha rapito il mio interesse sin da subito la fine dei miei studi in Agraria facendomi interessare ancor di più al mondo vitivinicolo ed ai prodotti che ne derivano.
Sei giovanissima, ma con un grande futuro davanti.
Chiaramente non posso ancora vantare un lungo percorso nel mondo della sommellerie, ma devo dire che negli ultimi due anni ho ricevuto delle grandi soddisfazioni dal punto di vista lavorativo: in primis la esperienza ad Ornellaia ed ora nel ristorante Uliassi.
La tua professione dentro una tra le più grandi realtà vitivinicole al mondo: Ornellaia.
Ornellaia è stata un importante banco di prova per me, sicuramente un passo fondamentale e decisivo per la mia carriera.
Inizialmente ero talmente entusiasta di questa opportunità da non aver nemmeno realizzato l’importanza e la grandezza di questa realtà, di quanto sia di rilievo nel mondo vinicolo.
Solo dopo qualche settimana iniziai a rendermi conto di dove mi trovavo e di quanto fossi fortunata a trovarmi proprio li in quel momento.
Sono stata molto fortunata anche dal punto di vista sociale, lo staff dell’ospitalità infatti mi accolse subito nel migliore dei modi e ho stretto amicizie che dureranno per sempre.
L’esperienza più intrigante.
L’esperienza in Ornellaia è stata intrigante dall’inizio alla fine per me, non riuscirei a selezionarne una.
Questo perché ogni settimana erano in programma eventi ed ospiti diversi, pranzi, cene. Mi intrigava molto il fatto di dover lavorare ogni giorno con clienti provenienti da diverse parti del mondo e semplicemente parlare con loro, è stato molto utile anche per allenare la lingua inglese.
Cosa rappresenta per te Bolgheri.
Penso che Bolgheri farà sempre parte di me, come ripeto rappresenta il primo passo importante nella mia carriera da sommelier, ma oltre all’aspetto lavorativo credo che un luogo sia fatto anche di persone, nel mio caso sono state fondamentali per determinare la mia esperienza e la mia immagine di Bolgheri.
Dopo il terzo livello AIS, hai scelto il Master ALMA AIS: quale motivazione alla base della tua scelta?
Terminato il terzo livello AIS avevo già in mente di proseguire i miei studi in questo ambito ed il Master ALMA-AIS mi sembrava avesse un programma molto interessante ed approfondito.
Si è rivelato essere più che all’altezza delle mie aspettative ed un Master che consiglierei a tutti coloro che desiderano approfondire più nello specifico il mondo della sommellerie. Soprattutto dal punto di vista degustativo ed enografico, grazie all’impegnativo modulo del professor Castellani.
Oltre al punto di vista informativo, il Master per me è stata anche un grande occasione di confronto, sia con i docenti che con i miei compagni di classe con i quali ho stretto un legame molto forte.
La caratteristica più importante per un Sommelier e quella meno influente.
Secondo me è l’oggettività dal punto di vista degustativo, cioè non farsi influenzare per esempio dal pregio della bottiglia, dai gusti personali o se si prova simpatia o meno per il produttore in questione, ma semplicemente analizzare il prodotto per quello che è.
Chiaramente ne elencherei tante altre ma penso che l’oggettività sia una delle caratteristiche indispensabili per essere un buon sommelier.
Non credo ci siano caratteristiche meno importanti, ma secondo me non è indispensabile assaggiare grandi bottiglie blasonate per imparare a degustare nel modo corretto ma essere piuttosto aperti nell’assaggiare anche i più piccoli produttori per scoprire sempre qualcosa di nuovo senza per forza spendere un capitale.
Sempre più giovani si avvicinano a questo mondo: come te lo spieghi?
Sono molto contenta che sempre più giovani si avvicinino a questo mondo. Rappresentiamo una ventata di aria fresca in un settore dominato generalmente da persone di una certa età e alcune volte con mentalità un po’ chiuse.
Credo che i social abbiano aiutato molto nel suscitare interesse nel mondo del vino, della ristorazione e ospitalità.
Al giorno d’oggi è davvero difficile incontrare una persona che sia totalmente all’oscuro sul mondo del vino. Credo sia un fenomeno sempre più in espansione e sono molto contenta che questa cultura venga divulgata da giovani.