Mentre toccavo le materie prime mi accorgevo del loro valore, di quanto fosse importante trattare con cura anche una singola foglia di prezzemolo.
Oggi è stato il primo giorno di lavoro dopo aver dormito nella casa nuova.
Devo ancora tornare in cucina fino a mezzanotte, ma stamattina ho notato qualcosa di diverso dietro a quei banconi in acciaio. Io ero sereno, avevo meno timori, forse è stato notato dagli altri. Carmelo si rivolgeva a me in modo diverso, sentivo un aria più confidenziale.
Mentre toccavo le materie prime mi accorgevo del loro valore, di quanto fosse importante trattare con cura anche una singola foglia di prezzemolo su mazzi che ne stavo sfogliando.
I pensieri mi scorrono via veloci, sotto forma di immagini che sembra abbiano voglia di dissolversi il prima possibile, senza lasciarmi la possibilità di poterci cogliere qualcosa di positivo.
Questo capita ancora più intensamente quando sfoglio il prezzemolo. Mi accorgo che la testa può essere altrove, a patto che i gesti rimangano precisi e inequivocabili. Evito di staccare parte del gambo, pongo solo un briciolo di concentrazione nello staccare solo la foglia. La restante parte si focalizza nel rendersi conto di chi sono e cosa sto facendo nella mia vita. Sono pochi i momenti in cui posso pensare a me, ai miei problemi e spesso finiscono per togliere tempo al sonno, oppure crollano come uno specchio infranto dentro una ciotola di prezzemolo sfogliato.