CORSO SUPERIORE DI CUCINA ITALIANA DI ALMA
Ciao Francesca, parlaci di te.
Sono nata a Barcellona, in Spagna, da madre spagnola e padre siciliano, ma sono genzanese d’adozione. Da quel che ricordo, ho sempre avuto la passione di stare ai fornelli, fin da piccola amavo guardare e aiutare mia mamma all’opera in cucina.
Questa mia curiosità e voglia di imparare non si è poi affatto affievolita nel tempo, spingendomi a scegliere un istituto alberghiero come scuola superiore.
Proseguendo subito dopo con il miglior corso di formazione che un aspirante chef possa scegliere di seguire in Italia al giorno d’oggi: ALMA.
Mia madre, prima di ogni altra persona, ha capito quanto questa fosse la strada giusta per me, e ha sin da subito iniziato a sostenermi, spronandomi a dare il meglio di me e a puntare sempre più lontano: le devo molto.
La tua più grande forza.
Sono una ragazza dinamica e vitale, ho sempre una grandissima voglia di viaggiare per poter scoprire nuove culture e nuove cucine. Sono una persona che sente la necessità di uscire dalla propria comfort zone il più possibile, perché credo fermamente che sia soltanto in questo modo che si può dare a sé stessi la possibilità di crescere e migliorarsi. Spingermi oltre i miei limiti è per me sempre fonte di grande motivazione e, oramai, quasi una necessità.
La passione per la cucina.
Posso dire che la mia passione per la cucina è certamente innata, è vero, ma credo anche che una passione o un talento che non vengano coltivati a dovere, non possano andare poi molto lontano. Per questo posso affermare di fare tutti i giorni la scelta giusta investendo tanto tempo ed energia nella mia formazione.
Tra le tue avventure gastronomiche vanti esperienze in grandi ristoranti della Guida Michelin.
Come ho già accennato, per me è davvero fondamentale spostarmi, viaggiare per scoprire quanti più tipi di cucina e cultura possibili. Ho sempre pensato che bisogna imparare a cacciare dai leoni, quindi riuscire a entrare nelle cucine migliori, lavorando al fianco dei migliori Chef.
Tutti i posti nei quali ho avuto la possibilità di lavorare, nessuno escluso, mi hanno lasciato qualcosa di importante.
La prima, in Italia, “Al Castello” dallo chef Lanteri.
La mia prima esperienza stellata è stata dallo Chef Marc Lanteri, durante la stagione del tartufo bianco: è stato indimenticabile e mi ha permesso di esplorare e conoscere il magnifico territorio delle Langhe.
Poi ti sei spostata all’estero, in due grandi realtà come il Lasarte di Barcellona e l’Hotel Plaza Athénée a Parigi.
Dopo è arrivata l’opportunità di lavorare in un tre stelle Michelin nella mia amata Barcellona, dove ho davvero compreso l’importanza della precisione in ogni singolo dettaglio, e quanto questo faccia la differenza.
In seguito, non ho saputo resistere al fascino di Parigi e ho deciso di partire con l’obiettivo, un giorno, di entrare a far parte della brigata del grande Chef Alain Ducasse. Obiettivo che, con non poca volontà e sacrificio, sono riuscita a raggiungere.
Dopo le esperienze estere, arriva la vittoria nell’ultima stagione del format televisivo Sky, prodotto da Endemol Shine Italy, “Antonino Chef Academy”, le cui puntate sono sempre disponibili on demand. Come e quando hai maturato la scelta di candidarti al programma?
L’iniziativa è nata in realtà per caso, sono stati i miei amici a suggerirmi questa opportunità.
Così durante la quarantena, spinta dalla forte voglia che avevo di ricominciare a cucinare mi sono detta “Perché no?”.
Ho deciso di buttarmi in questa avventura, l’ho presa come un’occasione per fare esperienza, comunque fosse andata. Sono rimasta piacevolmente stupita da quanto abbia imparato in così poco tempo, riuscendo anche sotto pressione a tirare fuori il meglio da ogni competizione.
Hai avuto l’occasione di imparare tanto.
Non posso che essere entusiasta delle sfide che abbiamo affrontato e delle grandi opportunità che abbiamo avuto conoscendo alcuni tra i migliori Chef italiani ed internazionali. A cominciare da Chef Cannavacciuolo. È stato un onore far parte di “Antonino Chef Academy”, vedere lo Chef all’opera e ricevere i suoi insegnamenti. Lo Chef, infatti, è una persona di grande umanità e un maestro dal quale è stato bellissimo poter imparare.
Il primo pensiero dopo la vittoria.
Difficile da dire, l’emozione è stata tale che in un momento del genere la lucidità ti abbandona per qualche minuto. Ricordo quanto mi sono sentita felice di aver avuto un’opportunità del genere, avrei iniziato a lavorare a Villa Crespi anche il giorno stesso!
Ora ti aspetta una grande esperienza al “Villa Crespi” con lo Chef Cannavacciuolo.
Dopo aver girovagato diversi anni, un po’ l’Italia mi mancava. Questa è stata l’occasione perfetta e non potevo davvero chiedere una chance migliore per tornare, se non a Villa Crespi. Una cucina con sapori tradizionali abbinati a tecniche e metodologie all’avanguardia, degne di una cucina stellata. Con prodotti di qualità altissima ed e un servizio impeccabile, credo che in un certo senso mi rispecchi molto.
Cosa ti intriga di più nel lavorare in una struttura prestigiosa come il “Villa Crespi”.
Sarà sicuramente una bella sfida. Villa Crespi è diversa da tutte le cucine dove ho lavorato finora e questo basterebbe già per intrigarmi abbastanza. In particolare, in questa combinazione perfetta di sapori tradizionali trattati con freschezza e occhi nuovi.
Non potrei essere più elettrizzata di lavorare nella brigata dello Chef Cannavacciuolo, non riesco nemmeno a immaginare quante cose nuove avrò l’opportunità di vedere ed imparare, ma so già che le mie aspettative non saranno deluse. Spero che anche loro siano altrettanto entusiasti di avermi in brigata e mi auguro di lasciare il segno.
Quanto è stata importante la formazione per il tuo percorso?
Fondamentale. Non potrò ringraziare mai abbastanza tutti i professori e gli chef grazie ai cui insegnamenti ho potuto creare delle radici solide e forti per crescere e coltivare la mia passione.
Mi hanno fatto capire l’importanza di studiare e aggiornarsi sempre, approfondire le basi della cucina italiana, partendo dal singolo ingrediente per poi addentrarsi in ogni altro campo, dall’analisi sensoriale di un alimento per arrivare anche al suo food cost.
Questo per poter diventare uno Chef dalla A alla Z.
È stato un grande investimento per il mio futuro che sta già dando i suoi primi frutti.
Sta a ognuno di noi, poi, non fermarsi mai, allargare i propri orizzonti e porre l’asticella dei propri limiti sempre un po’ più su, lavorando continuamente su sé stessi e sulla propria professione.