Panta Rhei
Insomma, come dicevo, il corso è volato e mi sono ritrovata catapultata nella località di stage, senza nemmeno rendermene conto. Mi sono svegliata la mattina seguente al termine del corso, ho infilato tutte le mie cose dentro la mia vecchia Clio, e sono partita. Destinazione Guido Ristorante a Serralunga d’Alba, nel cuore delle Langhe piemontesi. Inutile dire quanto sia rimasta stupita, nel vedere quelle splendide colline ricoperte dai vigneti. Avevo già visto delle foto del luogo ma, nessuna immagine, nemmeno lo scatto del più talentuoso professionista, può racchiudere e trasmettere le emozioni che si provano di persona davanti a tanta vastità. Arrivata a Serralunga, mi sono subito diretta al ristorante, che si trova nella Villa Reale di Vittorio Emanuele II, all’interno della tenuta di Fontanafredda. Ho gironzolato un po’ nel parco della tenuta, mentre aspettavo i ragazzi della brigata, con cui avrei diviso l’alloggio. Essendo arrivata tre giorni prima dell’inizio dello stage, mi sono potuta permettere il lusso di fare un po’ la turista. Mi sono armata di block notes e ho visitato i castelli di Grinzane Cavour, Serralunga e Barolo. Sono andata a Monforte, La Morra, Castiglione Falletto, Diano d’Alba, Verduno, Novello, Alba…insomma sembravo una pazza assatanata. Ma il tempo a disposizione per girare sarebbe stato poco poi, e dovevo approfittarne subito. A La Morra ho conosciuto un insolito libraio, che vende un po’ tutti i tipi di libri sul Piemonte, così, mi sono abbandonata allo shopping compulsivo da solitudine, e ho comprato qualche testo di Beppe Fenoglio, Cesare Pavese, Nuto Revelli. In realtà poi, una volta tornata nella mia stanza, mi sono chiesta come caspita avrei fatto a leggere tutti quei libri, e mi sono anche un po’ demoralizzata. Alla fine, però, ogni momento libero che avevo l’ho usato per leggere, anche solo tre pagine, e devo dire che mi è stato molto utile. Mi sono resa conto che le scintillanti Langhe che tanto mi hanno stregata, hanno dietro una storia incredibile di fame, sacrifici e duro lavoro. Come vedrete, proseguendo la lettura, ho scelto di introdurre alcuni capitoli con un’immagine. Si tratta di miniature, provenienti da diverse epoche e da diversi testi. Questo perché qualche anno fa, ho seguito dei corsi di miniatura medievale, presso il Museo Diocesano di Padova, per approfondire una delle mie passioni. Mi sono innamorata di questi piccoli capolavori che, in pochi centimetri, racchiudono delle opere d’arte. Per realizzarne uno, credetemi, ci vogliono giornate intere, e tantissima pazienza. La stessa cosa vale per il lavoro in cucina, servono precisione, dedizione e tanta pazienza. Come per le miniature, ci vogliono materie prime di pregio, per ottenere un ottimo risultato. Gli elementi, vanno mescolati con attenzione per ottenere un bel colore o un buon bolo per far aderire la foglia oro alla pergamena. Così è in cucina, ci vogliono attenzione e dei buoni maestri, a cui rubare il mestiere, per imparare a miscelare gli ingredienti con successo.