Beatrice Bessi

MASTER ALMA AIS

 


 

NDR: L’intervista a Beatrice Bessi è stata rilasciata quando era Assistant Head Sommelier al Pall Mall di Londra. Oggi Beatrice è Head Sommelier presso Chiltern Firehouse.

 

Tre aggettivi per definirti
Umile, competitiva (con me stessa principalmente!), Teamplayer

 

Cosa ha rappresentato per te l’esperienza in ALMA? Cos’è ALMA per te?
Sono 20 anni che lavoro nel mondo dell’ospitalità, ma ALMA ha rappresentato un turning point per la mia carriera.  Dopo qualche anno in cui avevo dovuto/voluto accantonare la mia passione per gli spiriti, sono tornata a concentrare il mio percorso sul mondo del vino. ALMA mi ha dato una spinta ad ampliare le mie conoscenze, è stata la scuola-mezzo per ri-imparare a credere nelle mie potenzialità.

 

Raccontaci del tuo percorso una volta diplomata.
Attraverso ALMA sono entrata nella famiglia Alajmo, con lo stage alla Montecchia* e poi a Le Calandre ***.  Subito dopo aver completato la Tesi, mi sono trasferita a Padova e sono stata assunta come Bar and Restaurant Manager alla Montecchia* nel loro Bistrot, ABC Montecchia. Qui, ho imparato molto sia su me stessa, che su cosa ci voglia per essere un buon manager, comprese le cose che non rifarei più allo stesso modo! Ho avuto modo, nel frattempo, di conoscere il mio futuro nonché attuale capo, Ronan Sayburn MS. Ho quindi iniziato a contattarlo tramite Facebook, a cercare informazioni sulla WSET School e sulla Court of Master Sommelier. Alla fine, ho lasciato Padova per trasferirmi a Londra e lavorare al 67 Pall Mall, ripartendo da Commis Sommelier. Ad oggi, dopo tre anni e mezzo e vari esami internazionali, sono Assistant Head Sommelier.

 

Hai superato l’esame per l’Advanced Sommelier Certificate, raccontaci com’è andata. Quanto sei soddisfatta?
Sono stati quasi due anni di intenso lavoro. Ho passato il Certified Level della Court of Master Sommelier nel giugno del 2017, e ho chiesto di avere il posto per l’Advanced alla Court solo qualche mese dopo, ma l’attesa è stata di quasi 20 mesi. L’esame è composto da tre parti: teoria, pratica e degustazione. Tutte le prove vanno affrontate con lo stesso impegno, in quanto ogni parte viene valutata separatamente, e se non se ne passa anche solo una, si fallisce tutto l’esame. Quando, circa un anno fa, ho ricevuto finalmente la data del mio esame, mi sono creata un piano di studi suddividendo tutte le aree che dovevo coprire e scrivendo circa 3500 flashcards per memorizzare migliaia di informazioni! Ho anche assaggiato centinaia di vini alla cieca, e chiesto a colleghi di aiutarmi nella pratica.
Sono davvero molto soddisfatta! Avendo fallito la parte della degustazione al mio primo tentativo per colpa dello stress e dell’agitazione, per prepararmi al mio secondo, mi sono concentrata su questi due aspetti. Nella degustazione, dove viene chiesto di degustare 6 vini in 25 minuti oralmente, davanti a 2 Master Sommelier, bisogna mantenere la calma e io, grazie anche a un po’ di meditazione, sono riuscita finalmente a conquistare il mio nuovo Badge!

 

Cosa consigli a un sommelier che esce da ALMA e vorrebbe entrare nel mondo in questo mondo?
Di non fermarsi mai, di continuare a studiare. Se alla sera, dopo 10-12 ore di lavoro, ancora si hanno la forza e la volontà per studiare, si è nel mondo giusto! ALMA apre tante porte, poi tocca a noi trovare quella adatta a noi.

 

Quale esperienza non può mancare?
Penso che una scuola come la WSET possa aiutare a far comprendere cosa ci si aspetta da un sommelier al di fuori dall’Italia. E poi penso debba essere obbligatoria un’esperienza di lavoro in un ristorante, se possibile fine dining. Non penso sia giusto chiamare Sommelier una persona che non ha mai servito in sala.

 

Come si sta evolvendo il mondo dell’enologia? Come sta influendo questa evoluzione sul servizio del vino?
L’ attenzione al sostenibile, organico e biodinamico sicuramente sono una grande rivoluzione tuttora in atto. Ma in molte aree vitivinicole del mondo oltre alla sostenibilità e ai sempre più numerosi progetti per la salvaguardia delle risorse, l’urgenza è capire come contrastare l’aumento delle temperature. Dal riposizionamento delle vigne, all’uso più moderato del legno nuovo, alla comparsa in molte liste di diciture come “Light wines” or “High Altitude wines” etc, tutto questo ne è una conseguenza per certi versi, è la ricerca dell equilibrio. E per noi sommelier questa è un ulteriore aspetto in cui bisogna essere preparati, essendo noi a dover guidare i nostri clienti!