Storica lezione di ALMA al Culinary Institute of America
ALMA sale per la prima volta in cattedra al Culinary Institute of America (CIA), il tempio della educazione culinaria statunitense, con un approfondimento per gli allievi del Corso di Cucina dell’istituto newyorkese su storia e cultura gastronomica del nostro paese. Il Direttore Generale della scuola Andrea Sinigaglia, insieme all’ALMA Chef Ambassador Antonio De Ieso hanno tenuto una masterclass dedicata alla Cucina Italiana, tra cenni storici, tradizioni e miti, accompagnata da uno showcooking dedicato a uno dei nostri piatti più iconici: la carbonara.
“Per la prima volta nella sua storia ALMA tiene una docenza al Culinary Institute of America, grazie al dialogo costante che le nostre due scuole hanno tenuto negli anni, che si sta concretizzando in rapporti e attività che hanno in questa sede il loro inizio – spiega Sinigaglia– Siamo molto felici che a tenere questa masterclass sia stato Antonio De Ieso, nostro Chef Ambassador negli Stati Uniti e ristoratore in New Jersey. Con lui abbiamo portato all’attenzione degli studenti e dei docenti CIA la tradizione italiana, la potenza dei suoi prodotti e la sua visione contemporanea, in questo anno di candidatura UNESCO della cucina. Senza tralasciare la centralità di un valore a noi caro come quello della sostenibilità, che vede impegnata ALMA proprio in questi mesi con il progetto Europeo LIFE Climate Smart Chefs e che caratterizza da sempre la cucina e il modo di fare ristorazione dello stesso chef De Ieso”.
“Prossimamente saranno i nostri allievi a venire in Italia– aggiunge Michael Sperling, Vice Presidente Academic Affairs – a visitare la sede di ALMA durante il viaggio del nostro corso Global Cultures and Cuisine, segno tangibile del crescente interesse della CIA per il modello alimentare mediterraneo“.
Le origini della Cucina Italiana, le sue icone, le sue tipicità regionali: questi i contenuti presentati agli allievi che, all’interno del percorso che stanno affrontando sulla Cucina Mediterranea, hanno potuto assistere a una panoramica ampia e approfondita sull’essenza della nostra identità enogastronomica, facendo chiarezza sulla differenza fra miti e leggende, fra cosa è autentico e cosa è puro italian sounding, e iniziandosi a una vera cultura dell’eccellenza e del Made in Italy.
Durante il suo showcooking Antonio De Ieso, Executive Chef del Fiorentini Restaurant di Rutherford (NJ) e ALMA Chef Ambassador negli eventi che vedono coinvolta la Scuola in territorio nordamericano, ha preparato dal vivo una degustazione per tutti i presenti della carbonara, sia nella sua versione più tradizionale, sia in chiave moderna, racchiudendone sapori e consistenze all’interno di un tortello di pasta fresca. “Oggigiorno, in un mondo caratterizzato dalle contaminazioni, fare un piatto “puro” è meno consueto: se hai imparato un’ottima tecnica all’estero, che fai, non la utilizzi solo perché sei italiano? Sarebbe una limitazione che va a discapito della creatività e della sperimentazione. Se uno è focalizzato sulla qualità, può intrecciare le provenienze: solo così si può eccellere”.
Il Culinary Institute of America
Il Culinary Institute of America, fondato nel 1946, è da sempre riferimento di eccellenza nella formazione culinaria professionale americana con studenti provenienti da tutto il mondo, un corpo docente con competenze ed esperienze di alto livello e una rete globale di oltre 50.000 alumni. Offre master, lauree, diplomi e corsi per professionisti e appassionati preparando i futuri leader, innovatori ed esperti del settore; è inoltre Think tank dell’industria alimentare grazie a conferenze e servizi di consulenza dedicati. Da oltre sette decenni, il CIA è all’avanguardia nell’innovazione e nell’eccellenza dell’istruzione: dagli umili inizi come scuola di cucina in un negozio di New Haven, Cunnecticut, vanta oggi numerosi campus in tutto il mondo, a New York, in California e in Texas, con una sede aggiuntiva a Singapore.
Antonio De Ieso
“Ho scelto di fare lo chef a 8 anni e non ho mai cambiato idea“: così Antonio De Ieso racconta la genesi della sua passione per la cucina, che si concretizza dapprima frequentando l’istituto alberghiero IPSSEOA Buontalenti di Firenze, e successivamente attraverso una serie di esperienze nelle cucine di circoli, pizzerie, ristoranti, persino in un panificio, di proprietà del padre di un amico. A Firenze frequenta l’International Culinary School a cui seguono viaggi in Europa, tra Francia e Inghilterra, fino al 2012 quando decide di partire per gli States. Entra Al ristorante Le Circe, si sposta anche nella sede ai Caraibi, poi fa il suo ingresso al Sea Grill al Rockefeller Center e ancora al Metropolitan Opera. Nel 2020 nasce il Fiorentini Restaurant, in New Jersey, aprendo agli americani il concetto del km 0. “Temevo che fosse un concetto di ristorazione troppo naïf, in realtà è ciò che rappresenta la chiave del nostro successo, perché sempre più persone cercano un prodotto sano, differente e autentico”. Fiorentini adotta una politica di riduzione al minimo di rifiuti, di scarto e di uso della plastica, diventando uno dei ristoranti più virtuosi in termini di sostenibilità del panorama newyorkese.