Climate Smart Chefs: una conclusione che è un nuovo inizio
Dopo 3 anni di progettualità, oltre 160 chef formati in Europa, la creazione di un network di oltre 1700 associati, l’adozione da parte più di 2000 chef di un nuovo tool per il calcolo di impronta idrica e carbonica dei menu, si è concluso Climate Smart Chefs, il progetto LIFE dell’Unione Europea nato proprio con lo scopo di consapevolizzare e formare gli Chef quali attori strategici nella lotta ai cambiamenti climatici e al food waste. Due tematiche quanto mai attuali, che danno ogni giorno riprova dell’impellenza di un cambio di rotta, prima che le prossime generazioni ne paghino un prezzo oltremodo oneroso.
Partito nel gennaio del 2021, questo percorso guidato da Fondazione Barilla e realizzato insieme ad ALMA, Enaip, l’università finlandese Jamk e il centro di ricerca irlandese Nutritics, ha visto l’avvicendarsi di diverse tappe, obiettivi che hanno ogni volta raggiunto i key performance indicators stabiliti dall’UE. Dapprima la fase di dissemination e creazione del network, per diffondere conoscenza del progetto e creare adesione e coinvolgimento. Quindi il momento della formazione: un corso, in parte online in parte pratico presso la sede di ALMA, volto a creare una cultura non solo culinaria, ma anche nutrizionale, scientifica, sociale e ambientale negli Chef, affinché possano dare il loro contributo e fare la loro parte nella tutela dell’ambiente, della materia prima, delle comuni abitudini alimentari. Infine un concorso, con in palio premi in denaro e, di nuovo, formativi, che ha premiato chef e associazioni no profit che portano avanti iniziative concrete e un orientamento deciso a favore della sostenibilità.
Tutto questo è stato ripercorso con orgoglio e soddisfazione da tutti i partner nel corso della conferenza finale di chiusura del progetto, tenutasi nei giorni scorsi a Milano. A cominciare da Matteo Pauri, vice presidente di Fondazione Barilla, e da Marta Antonelli, coordinatrice del progetto Climate Smart Chefs, che hanno sottolineato anche la necessità di dare futuribilità a questo cammino, iniziato sotto le migliori premesse, ma che deve ora essere replicabile e trasferibile anche altrove e trovare un modello di continuità, in Italia come all’estero.
Dopo gli speech di ALMA, Nutritics e Jamk, sono salite sul palco altre figure che hanno portato il loro contributo al dibattito, come Riccardo Valentini, membro del comitato consultivo del progetto e Professore Ordinario di Ecologia presso l’Università degli Studi della Tuscia, che nel 2007, insieme all’Ipcc (Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici), ha vinto il premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte sul cambiamento climatico. Valentini ha mostrato dati molto eloquenti sulla gravità di determinati parametri climatici e dimostrato il forte legame fra produzione, trasformazione consumo alimentare nel cambiamento climatico in atto. Dopo di lui, Sara Amato, Head of Food Strategy di C40, una rete globale di quasi 100 sindaci delle principali città del mondo che si sono uniti nell’azione per affrontare la crisi climatica: la ricercatrice ha raccontato obiettivi e metodologie di lavoro di questo progetto internazionale che vede nelle grandi metropoli le principali responsabili, e quindi le potenziali maggiori risolutrici, di problemi quali il riscaldamento globale, lo spreco di cibo e la mal nutrizione.
Al termine degli interventi, è stato il momento di premiare i vincitori del concorso Climate Smart Chefs: il titolo di miglior ristorante sostenibile è stato conferito al cilentano Risto Lab di Amabile Cortiglia; premio alla migliore ricetta allo chef Matteo Farsoni, Pastry Chef di Villa D’Amelia, Vestuggia; e infine premio a Orizzonte Sale, organizzazione no profit di Venezia, per il miglior progetto . A consegnare i premi, insieme a Marta Antonelli, la Chef Chiara Pavan, ambassador di Climate Smart Chefs e Stella Verde Michelin, per le scelte sostenibili che da sempre caratterizzano il suo Venissa e la sua filosofia di cucina.
La giornata si è chiusa nel pomeriggio con una serie di tavole rotonde e workshop fra i partecipanti per definire strategie, criticità e obiettivi per il piano di continuità di Climate Smart Chefs, affinché quanto fatto finora non sia stato un mero esercizio di stile ma il primo passo di un cambiamento concreto.