Nel Luogo in cui un tempo c’erano gli anziani che tiravano le bocce, oggi c’è un Ristorante con due stelle Michelin di Relais & Chateaux e annoverato tra Les Grand Tables du Monde.
Milano 1962, un’anonima via Montecuccoli ospita la nuova trattoria di una giovane coppia di toscani, Aimo e Nadia Moroni. Aimo, ha appena lasciato il suo piccolo paese, Pescia, nel pistoiese, per cercare fortuna “su al Nord” vendendo caldarroste e gelati. Lo raggiunge qualche anno dopo, la sua Nadia che già aveva vissuto qualche esperienza nella cucina della zia. La guerra appena finita, uno scenario con le sue contraddizioni e con le sue difficoltà ma dall’altra anche la voglia di ripartire, di riprendere in mano ciò che si era perso, di ricostruire insieme per tornare a vivere. Un esempio tangibile di questa ripartenza milanese sono i lavori per la nuova metro, che proprio lì vicino sta prendendo forma. Quella metro che da lì a poco capillarmente avrebbe collegato Milano, nel suo tessuto urbano e sociale.
Così avviene anche nel Luogo di Aimo e Nadia che nei successivi 60 anni avrebbe fatto scoprire il valore autentico di quella cucina materica che nell’ingrediente regionale trova il suo compimento. Una Cucina pensata come una lingua che, testimoniando e sfidando il proprio tempo, sempre sappia trascenderlo. Ingredienti raccontati tra le loro caratteristiche naturali, espressione della storia, della provenienza geografica, della sapienza e attenzione nel produrli, lasciando emergere nel piatto quel varietale di sapori che soltanto le migliori materie prime sanno regalare. È proprio l’assenza di confini a rendere grande uno spaghetto al cipollotto, liberandolo da concetti manieristici e sottolineandone la complessità nell’essere autenticamente semplice.
Una cultura gastronomica quella del Luogo, portata avanti oggi da Alessandro Negrini e Fabio Pisani, insieme a Stefania Moroni tessitrice narrativa e memoria semantica. Dopo ancora 60 anni, una cucina che valica i limiti geografici declinandosi caleidoscopica nella purezza che Aimo e Nadia Moroni, oggi anche Maestri d’Arte e Mestiere hanno saputo trasmettere.